La Pigmentologia

La pigmentologia nella dermopigmentazione

Che cos’è la Pigmentologia e quanto è importante per il lavoro del dermopigmentista?

La Pigmentologia è lo studio della composizione e della formazione dei pigmenti per un determinato uso, nel nostro caso, quello di colorare la pelle.
Quindi il pigmento non è altro se non la sostanza colorata naturale o artificiale il cui scopo è di modificare l’aspetto ottico di un oggetto sul quale viene applicato.

I pigmenti vengono classificati non solo in base al colore ma anche in base ad altre proprietà come l’inerzia chimica, la dimensione delle particelle che lo costituiscono, il potere coprente o la resistenza allo sfaldamento.

I pigmenti organici

Innanzitutto, dobbiamo fare una necessaria distinzione tra: pigmenti organici naturali e pigmenti organici sintetici.

Un pigmento organico naturale è un colorante di origine totalmente animale o vegetale.
Nonostante la denominazione “organico” (naturale) questi non sono sinonimo di sano in quanto tali pigmenti risultano essere i meno adatti e i meno sicuri per essere impiegati nella realizzazione di tatuaggi e trattamenti di trucco permanente.
Le componenti naturali infatti provocano alti tassi di reazione allergica e i risultati ottenibili utilizzandoli sono insoddisfacenti in termini di resa finale del colore.

Infatti, i produttori di pigmenti dedicati alla Dermopigmentazione, non utilizzano coloranti naturali, sia per i motivi sopracitati e sia perché le polveri sono molto costose e i colori disponibili non sono sufficienti alle richieste.
Per questi motivi vengono realizzati pigmenti organici sintetici. I pigmenti organici sintetici risultano essere altamente anallergici e facilmente riassorbibili dall’organismo. Inoltre, garantiscono risultati ottimali sia in termini di brillantezza che di stabilità del colore.

I pigmenti inorganici

I pigmenti inorganici sono ricavati da minerali presenti in natura finemente polverizzati o da sintesi chimica.
Si parla di pigmenti inorganici quando nella loro composizione sono presenti degli ossidi, ad esempio di ferro o di cromo.

I livelli di purezza che oggi è possibile raggiungere durante la produzione di questi elementi è talmente elevato da rendere praticamente inesistenti i residui di metalli pesanti, soddisfacendo i requisiti ResAP 2008.
Ciò significa che il tasso di probabilità di reazioni allergiche dovute all’utilizzo di pigmenti di questo tipo è irrisorio.

Caratteristiche e specifiche dei pigmenti organici

  • Sono costituiti da particelle più piccole che penetrano quindi più velocemente nella pelle;
  • sono più coprenti, proprio perché le particelle essendo piccole si accostano meglio;
  • sbiadiscono più velocemente e resistono poco alla luce;
  • presentano molta forza colorante e colori più brillanti;
  • non contengono metalli pesanti;
  • possono contenere ammine aromatiche e idrocarburi (considerati tossici e cancerogeni).

Caratteristiche e specifiche dei pigmenti inorganici

  • Sono costituiti da particelle più grandi con conseguente maggior difficoltà di penetrazione nel derma;
  • sono meno coprenti perché le particelle, essendo più grandi, si accostano meno;
  • sono più stabili nel tempo perché le particelle, data la loro dimensione, sbiadiscono poco;
  • hanno poca forza colorante e colori meno brillanti;
  • possono contenere residui di metalli pesanti (considerati tossici e nocivi);
  • non contengono ammine aromatiche e idrocarburi.

Come riconoscere un pigmento organico da uno inorganico?

Per identificare se un pigmento è organico o inorganico è necessario controllare la scheda tecnica del prodotto verificando la presenza del CI (colour index).
La sigla CI è seguita da un numero specifico identificativo dei coloranti contenuti: CI da 77.000 a 77.999 sono sempre inorganici.

Meglio un pigmento organico o inorganico?

Non c’è una risposta oggettiva in quanto sia i pigmenti organici che inorganici presentano buone qualità con altrettanti limiti.

I produttori di pigmenti sono continuamente alla ricerca di formule in cui siano contenuti sia i pigmenti organici che quelli inorganici per rendere sempre più sicuro ed efficiente il loro utilizzo.

La normativa di riferimento è la risoluzione ResAP 2008 che determina i quantitativi massimi ed ammissibili delle sostanze tollerabili per l’uomo.

Pigmenti definitivi e pigmenti bioriassorbibili

Un’ulteriore distinzione va fatta anche tra pigmenti definitivi e pigmenti bioriassorbibili che ne determinano il differente impiego.

I pigmenti definitivi sono utilizzati per il tatuaggio artistico, mentre i pigmenti bioriassorbibili si usano nel trucco permanente.

Nel trucco permanente, infatti, abbiamo bisogno di pigmenti riassorbibili che ci diano la possibilità di modificare alcuni tratti adattandoli al tempo che passa e ai cambiamenti fisiologici che la pelle subisce.

La scelta del pigmento è importantissimo in quanto determina il risultato finale. Un pigmento può cambiare nel tempo e persino arrivare a virare a causa di fattori diversi che approfondiremo più avanti.

Pigmenti freddi, pigmenti caldi e intermedi

Tra i pigmenti distinguiamo ancora quelli freddi (contenenti blu, verde e bianco), quelli caldi (contenenti più giallo, arancione rosso) e i pigmenti intermedi.

La scelta del pigmento corretto per la nostra cliente si effettua attraverso la valutazione del fototipo, cioè sovrapponendo il pigmento stesso al pigmento naturale della pelle che andremo a trattare e in base al colore che dobbiamo correggere.

Conclusioni

In conclusione, la pigmentologia è così importante che costituisce una materia di studio nei corsi di dermopigmentazione erogati dalla nostra Accademia.

Se desideri ottenere ulteriori dettagli o hai domande, sono qui per aiutarti.
Puoi metterti in contatto con l’accademia nel modo che ritieni più comodo, e sarò lieta di risponderti nel minor tempo possibile.

A presto!
Lucia

Lucia Panimondo | RIPRODUZIONE RISERVATA